La storia albinetana fornisce prove di insediamenti preistorici ritrovate in diversi punti del comune: in località Botteghe (dove si segnalano tracce di insediamenti dell'età romana), in località Broletto e nella grotta naturale detta «Tana della Mussina» presso la località Borzano.
La Pieve di Albinea, uno dei simboli della storia di questo comune, compare nel diploma di Ottone II del 980, con titolo di San Prospero, cui si aggiunse in seguito quello della Natività di Maria Vergine. Albinea è nominata nel 1057 in una bolla del papa Stefano IX in favore del monastero di San Prospero. Dal 1070 Albinea, con il castello e la Pieve, era possesso del vescovo di Reggio che vi aveva anche un palazzo. Nel 1412 il pontefice Giovanni XXII eresse in contea il feudo di Albinea e ne concesse l'investitura a Giovanni Manfredi che già possedeva Borzano, Jano, Montericco, Pratissolo e Mucciatella. La famiglia detenne il feudo sino al 1730. Nel 1738 il duca Francesco III d'Este ne investì il marchese Alessandro Frosini.
Di particolare rilievo anche la storia del castello di Montericco, possesso in principio sempre del vescovo di Reggio come la Pieve di Albinea,poi dei Fogliani, quindi dei Manfredi e di altri. Alla fine del XVIII secolo Montericco aveva 488 abitanti.
Il comune di Borzano è ricordato in documenti del 1315. Si conservò autonomo rispetto ad Albinea sino alla fine del XVIII secolo quando aveva una popolazione di 896 abitanti, mentre Albinea ne contava meno di 600.
Albinea dal 1797 al 1805 fu aggregata al comune di Reggio, poi nel 1808 fu accorpata al comune di Vezzano sul Crostolo, e con la Restaurazione fu unita al comune di Scandiano che già possedeva le Ville di Borzano e Montericco. Solo nel 1859 Farini ne ripristinò l'autonomia, comprendendovi Borzano e Montericco come sue frazioni.
Evento curioso fu l'istituzione della sede comunale e del capoluogo stesso in quanto nel 1859 non vi era nessun centro abitato di rilievo nell'attuale territorio comunale e le uniche abitazioni erano casolari e case contadine sparse. La sede comunale fu pertanto posta nella località di La Fola, al centro esatto del territorio, presso una locanda detta appunto "della Fola". In seguito alla località di La Fola venne cambiato il nome in Albinea per fornire un legame di continuità con uno dei primi insediamenti storici del territorio comunale appena formatosi. Questo fu possibile in quanto la sede dell'originaria Albinea, ovvero il piccolo borgo abitato, in reggiano Brolo, cresciuto ai piedi della Pieve di Albinea, nel corso dei secoli, aveva cambiato la sua toponomastica da Albinea a Brolo della Pieve di Albinea all'attuale Broletto.
Negli anni venti e trenta del '900 furono costruite attorno al neo capoluogo comunale e alla locanda "della Fola" ora divenuto sede Municipale, alcuni edifici pubblici e privati.
Il territorio comunale, come il resto del Nord Italia durante la Seconda guerra mondiale fu assoggettato alla Repubblica di Salò e all'occupazione tedesca. Durante questo periodo, presso la frazione di Botteghe, in due edifici storici, Villa Rossi e Villa Calvi, dal 1944 al 1945 ebbe sede la V° sezione del comando generale tedesco in Italia ed il quartier generale del LI Gebirgskorps, il corpo alpino tedesco dislocato sulla Linea Gotica occidentale tra La Spezia ed il confine bolognese.
La notte del 27 marzo 1945, un manipolo di cento uomini del cosiddetto Battaglione Alleato, composto da paracadutisti britannici del 2nd SAS-Special Air Service, partigiani italiani della squadra speciale "Gufo nero" della 26ª e 145ª Brigata Garibaldi ed un battaglione di partigiani sovietici, sferrò un attacco a sorpresa al comando generale tedesco dislocato a Botteghe d'Albinea. L'attacco, guidato dal maggiore inglese Roy Farran, fu lanciato con la carica di una cornamusa suonata dallo scozzese David Kirkpatrick che si paracadutò in kilt qualche giorno prima sull'Appennino Reggiano. Nell'azione segreta, che portava il nome in codice di "Operazione Tombola", morirono tre paracadutisti inglesi a Villa Rossi. Le perdite tedesche tra morti e feriti furono di 60 uomini. Il comando, in collegamento diretto con il quartier generale del Terzo Reich a Berlino, fu distrutto, e con esso tutta la cartografia e parte delle ville fortemente danneggiate a causa delle fiamme (oggi sono state restaurate e si presentano praticamente identiche ad allora, anche se Villa Calvi porta ancora i segni di quella notte di marzo del 1945). L'azione accelerò lo sfondamento della Linea Gotica da parte degli anglo-americani, tanto che Roy Farran fu decorato dall'esercito statunitense. I capi partigiani italiani Gianni Farri (26a Garibaldi) e Glauco "Gordon" Monducci (Gufo nero) furono decorati rispettivamente con la Bronze Star americana e la medaglia d'argento al valor militare. Come ricompensa morale per la sua azione in cui rimase ferito, Monducci fu anche invitato all'incoronazione della regina Elisabetta a Londra nel giugno 1953. La morte di tre soldati inglesi (J.A. Riccomini, S. Bolden, S. Guscott) ed il fatto che l'attacco fu sferrato al suono di una cornamusa scozzese (unica volta nella storia per le truppe speciali dei SAS britanniche) fecero classificare l'azione come militare e non partigiana. Così non ci fu alcuna rappresaglia nazista contro la popolazione civile di Albinea e si risparmiarono centinaia di vite umane. Queste vicende, importanti per la storia della Resistenza europea, sono state narrate nel romanzo storico "Il bracciale di sterline" di Matteo Incerti e Valentina Ruozi (Aliberti 2011). Il celebre gruppo musicale dei Modena City Ramblers ha dedicato a questo attacco e alle storie narrate nel libro di Incerti e Ruozi un disco corale denominato Battaglione Alleato uscito nel marzo 2012.
Nel dopoguerra Albinea iniziò lentamente a perdere il suo carattere di comune agricolo con l'insediamento di alcuni stabilimenti e l'arrivo di nuovi abitanti da tutta la provincia. Oggi è uno dei comuni più ricchi dell'intera provincia di Reggio nell'Emilia.
fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Albinea